Il programma prevede l’apertura di almeno cinque importanti cantieri di scavo, e ciascuno di questi cantieri costituisce un progetto da adottare.
Coinvolti:
– un museo USA (eventualmente anche detentore di pezzi archeologici di provenienza dubbia)
– una o più università USA
– uno o più donors (Individui,fondazioni,imprese) disponibili,in base ai loro rapporti con il museo, finanziare l’operazione
– la soprintendenza di Napoli e Pompei
– la Fondazione RAS
La Fondazione,con l’approvazione della Soprintendenza, stipula un accordo con il Museo e l’Università USA, in base al quale:
– Il Museo, se detentore di pezzi archeologici provenienti dall’Italia detenuti illegittimamente, si impegna a restituirli.
– L’Università si impegna ad effettuare con un suo team il cantiere di scavo, sotto la direzione della Fondazione RAS e l’alta sorveglianza della Soprintendenza, nell’ambito del cennato contratto di sponsorizzazione
– Museo ed Università provvedono ad ottenere dai “donors” i contributi necessari al sostentamento del progetto
– La Soprintendenza, con la mediazione della Fondazione RAS, concede in prestito a lungo termine al museo pezzi archeologici fra quelli in deposito, previamente restaurati a cura e spese della Fondazione. Con tali pezzi il Museo allestisce una sala “antiquities” intitolata al donor.
Il programma è già in itinere, essendovi già primi ragionamenti in corso con alcune importanti università e musei ad esse legati.