La Villa San Marco, che prende il nome da una cappella che sorgeva nei suoi pressi nel 1700, si distende sull’area nord-orientale della collina di Varano, a circa 50 metri sul livello del mare.
Fu la prima villa ad essere esplorata in età borbonica negli anni compresi tra il 1750 e il 1754, quindi, spoliata degli affreschi e delle suppellettili meglio conservati, fu riseppellita dopo che le sue strutture furono rilevate dall’ingegnere Karl Weber.
Al momento dell’eruzione del 79 d.C. nella villa erano in corso lavori di restauro dovuti ai danni causati dal terremoto del 62 d.C. e, più probabilmente ai fenomeni sismici che precedettero l’eruzione.
La villa rientra nella categoria delle ville urbane residenziali in quanto in essa si fondono le caratteristiche della domus di città e dell’abitazione di villeggiatura.
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VILLA ARIANNA E IL SECONDO COMPLESSO
La Villa Arianna, costruita in splendida posizione panoramica sulla collina di Varano, fu individuata ed esplorata, in gran parte, in epoca borbonica in due fasi (1757-1762 e 1777-1778), prima sotto la direzione del Weber e poi del La Vega, con esplorazioni tese al recupero delle decorazioni pittoriche e delle suppellettili che andarono ad arricchire la collezione reale prima nel Palazzo Reale di Portici e poi al Museo Nazionale di Napoli.
Le aree esplorate venivano successivamente reinterrate, dopo aver realizzato precise planimetrie delle strutture scoperte. La villa è stata riportata parzialmente in luce a partire dal 16 febbraio 1950, grazie alla tenacia di Libero D’Orsi che scavò, questa volta definitivamente, gli ambienti lungo il ciglio della collina, per un’area di circa 3000 mq.
Oggi la Villa Arianna presenta una pianta molto articolata sia perché frutto di successivi ampliamenti sia perché le strutture si adattano e seguono la morfologia della collina.
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VILLA DEL PASTORE
Oltre le ville in vista, esistono realtà archeologiche ancora nascoste, realtà di gran lunga più estese di quelle in luce, fatte di residenze, edifici pubblici, strade, taverne ed aree sepolcrali, la cui collocazione temporale spazia tra l’VIII sec. a.C. e il II sec. d.C.
A pochi metri a sud-est del Secondo Complesso si estende una quarta villa, la cosiddetta Villa del Pastore, da una statuetta che vi si rinvenne. Essa fu portata in luce tra il maggio 1967 e il settembre 1968, a seguito di uno scavo eseguito a scopo edilizio su richiesta dell’allora proprietaria Rosa Fusco. La villa, reinterrata negli anni ’70, in attesa del completamento delle pratiche di esproprio, era stata in età borbonica già scavata e rilevata: infatti il primo rinvenimento, documentato dal Weber, si data nel 1754. Nel febbraio 1759 lo scavo s’interruppe per riprendere con il La Vega l’11 dicembre 1775 e concludersi il 20 gennaio 1778.
Il complesso si estende per circa 18.000 mq. ed è formato dall’accorpamento di due nuclei architettonici, deducibili dall’accostamento della documentazione settecentesca e di quella più recente.
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